Il diabete mellito è una malattia a crescente diffusione in tutto il mondo, caratterizzata da un eccesso di zuccheri (glucosio) nel sangue, che viene definito iperglicemia.
Il glucosio costituisce la principale fonte di energia per la cellula, ma il soggetto diabetico non può utilizzarlo correttamente come “ carburante” in quanto manca dell’ormone insulina (diabete tipo 1 o giovanile) oppure, pur non essendo carente di questa sostanza, soffre di un suo difetto di funzionamento (diabete tipo 2 o dell’adulto). L’insulina funge da “ apriporta” per l’ingresso intracellulare di glucosio che viene poi bruciato a fini energetici.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità prevede un costante aumento del diabete nel mondo e in particolare nei Paesi emergenti, sia per l’incremento dell’attesa di vita che per l’aumento nella popolazione di sovrappeso, obesità e stile di vita sedentario.
Esistono principalmente 2 tipi di diabete:
- diabete di tipo 1
- diabete di tipo 2.
Esistono anche il diabete gestazionale, che può colpire le donne in stato di gravidanza, e il diabete secondario, più raro, determinato da malattie croniche del fegato, dall’asportazione del pancreas, dall’assunzione di farmaci quali il cortisone o i diuretici ad alte dosi.
La patologia connessa con il diabete è particolarmente rilevante per le complicanze tardive della malattia, che possono insorgere a carico di numerosi organi e apparati: complicanze microvascolari specifiche quali neuropatia, nefropatia, retinopatia diabetica, e problematiche a carico dei vasi arteriosi di maggior calibro (infarto del miocardio, ictus cerebrale, insufficienza circolatoria degli arti inferiori).
Il complesso di queste lesioni può essere gravemente compromissorio della qualità della vita di questi pazienti.
Uno degli effetti più temibili del diabete è il cosiddetto piede diabetico. La malattia diabetica causa il restringimento delle arterie portando alla riduzione dell’afflusso di sangue agli arti inferiori, in particolare ai piedi.
La possibile progressiva disfunzione dei nervi periferici causa perdita di sensibilità agli arti inferiori, condizione che porta a trascurare ferite e infezioni.
La conclusione di questo perverso itinerario può essere l’amputazione, ma la vicenda è prevenibile con l’osservazione e la cura periodica delle estremità inferiori e con interventi precoci atti a disostruire le arterie compromesse, ripristinando un circolo periferico accettabile.